Tra le differenti forme acneiche classificate in dermatologia clinica (acne tardiva, comedonica, conglobata, rosacea, da stress) ne esiste una tipologia molto rara e molto violenta ovvero l’ acne inversa. Dal nome clinico di idrosadenite suppurativa, l’ acne inversa esordisce spesso con una ciste a prima vista banale e senza conseguenze. Proprio la difficoltà nella diagnosi precoce, ne fa una malattia temuta e piuttosto violenta dal punto di vista degli inestetismi manifestati e del dolore insopportabile.

Ma come si manifesta? Fondamentalmente l’acne inversa è caratterizzata da piccole tumefazioni arrossate molto dolorose. Si tratta di una vera e propria alterazione delle ghiandole sudoripare e, a causa dell’incidenza rara nella popolazione, provoca un disagio psicologico ancor più elevato della normale acne. La fascia più colpita dall' acne inversa sono le donne in età puberale e le zone di punta sono quelle inferiori alle ascelle, alle ghiandole mammarie, i glutei e l’inguine. In queste aree, ricche di ghiandole, si formano sacche ascessuali che si fondono in un tessuto fibrotico deturpante e doloroso.

Le cause sono dell' acne inversa sono le stesse scatenanti ogni forma di acne e le cure sono sia antibiotici sistemici e topici sia, nei casi più gravi, antiandrogeni, estrogeni o retinoidi (per contrastare l'iper-produzione di ormoni maschili).

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