Quando si pensa alla cura della pelle dei bambini è facile cadere nell’equivoco di immaginarli come piccoli adulti e di pensare alla loro pelle come a quella dei “grandi”, solo più sensibile. In realtà è diversa e ha caratteristiche ed esigenze differenti.
Nel neonato a termine l’epidermide si presenta completamente sviluppata, tuttavia possiede uno strato corneo più sottile e pertanto più esposto alla perdita di acqua e alla penetrazione di sostanze irritanti e nocive.
Nei primi 3 mesi di vita la funzione barriera è svolta principalmente dal sebo, prodotto per la maggior parte dagli androgeni materni non ancora smaltiti, che poi viene sostituito da quello di origine cellulare, meno performante e composto da colesterolo e dai suoi esteri.
Dai 4 mesi la cute è più esposta alla sensibilizzazione verso sostanze come detergenti, creme, oli, ecc. e alle infezioni. È importante anche considerare il rapporto tra superficie cutanea e peso corporeo, da cui dipende il maggior assorbimento dei prodotti topici a livello cutaneo. Tale rapporto, che è elevato alla nascita, tende a diminuire con la crescita del bambino.
Prendersi cura della pelle del bambino e mantenerla in buona salute significa proteggerla dalle aggressioni dell’ambiente esterno (come Uv, vento, freddo, smog, batteri, virus e agenti allergogeni che possono penetrare) e da un’eccessiva perdita di acqua transepidermica, necessaria alla funzione di termoregolazione.