Un profumo di quelli che lasciano la scia? Ci stiamo riferendo all’intensità della fragranza. Quando parliamo di profumi persistenti, ci riferiamo alla loro durata nel tempo. Ovviamente, vorremmo che la loro presenza sul nostro corpo durasse in eterno, ma purtroppo non è così. E capita spesso di dire… “adoro questo profumo, peccato che duri troppo poco sulla mia pelle”. Ma che cos’è che determina questa caratteristica e soprattutto, come riconoscere i profumi persistenti?
La persistenza non riguarda solamente la composizione del bouquet, ma è determinata da una serie di variabili “fisiologiche” collegate alla natura della nostra pelle. In primis il suo ph, che cambia costantemente in seguito all’attività ormonale del nostro sistema endocrino, molto variabile. Le fragranze generalmente sono prodotte tenendo conto di un ph neutro, ma i nostri valori possono variare da uno status acido ad uno basico (tra 4,2 e 5,6). Un altro fattore che può determinare la persistenza dei profumi è il tipo di pelle. Grassa o secca, fa la differenza. Nel primo caso, grazie ad uno strato più consistente di sebo, il profumo tende a durare di più. Al contrario, le pelli molto secche sono quelle che trattengono meno facilmente una fragranza, lasciandola “volatilizzare” con una certa facilità.
Se la pelle gioca un ruolo fondamentale nella persistenza delle fragranze, anche la composizione del profumo è un fattore non trascurabile in questo senso. Oltre all’acqua e all’alcool, gli ingredienti che determinano il suo “carattere” sono le cosiddette fragranze, che possono essere di diversa provenienza e natura: agrumate, floreali, legnose, ambrate… La loro concentrazione all’interno del profumo determina in modo diretto la persistenza, ma non è tutto. Perché certe fragranze sono, perloro natura, più volatili di altre e durano meno sulla pelle: tutte quelle provenienti dagli agrumi ad esempio. Molto più persistenti gli estratti provenienti dai fiori o dai legni orientali.