Sterilizzatore: indispensabile per la cura del bambino

La sterilizzazione di poppatoi e tettarelle non è un optional per i bambini che usano il ciuccio e per quelli allattati artificialmente. Lo sterilizzatore consente, infatti, di eliminare i batteri sulle tettarelle, evitando che il bambino li ingerisca durante la suzione. Prima di procedere bisogna, comunque sia, ricordarsi sempre di sciacquare e con una piccola quantità di sapone l’oggetto da sterilizzare, procedendo poi a un risciacquo accurato sotto acqua corrente.

Due le modalità di sterilizzazione

Due sono i modi per sterilizzare succhiotti e biberon: c’è il metodo chimico e quello fisico. Il primo prevede l’uso di prodotti a base di ipoclorito di sodio, molto diffusi e dai marchi ben noti. Tettarelle e succhiotti vanno immersi nel disinfettante e lì lasciati per qualche minuto (ma attenzione, non si possono sterilizzare con procedura chimica gli oggetti metallici). Il metodo fisico prevede, invece, la sterilizzazione tramite bollitura: ciucci e tettarelle vanno lasciati in acqua bollente per circa 20 minuti, in modo che ogni batterio sia completamente distrutto e reso inoffensivo. In commercio esiste tutta una serie di sterilizzatori per semplificare la vita alle mamme, sia elettrici, sia a vapore, sia da microonde più o meno capienti (bastano pochi minuti e il gioco è fatto, esistono anche sacchetti da usare fino a venti volte semplicemente riempiendoli con un po’ d’acqua e ponendoli nel microonde).

La sterilizzazione è necessaria fino allo svezzamento, quando il bambino inizierà a usare cucchiaino e piattini per la pappa. Da questo momento in poi si può continuare a sterilizzare soltanto i succhiotti (in caso il piccino ne faccia ancora uso), ma la sua capacità di reazione ai batteri si sarà comunque sia fatta più forte, rendendo la sterilizzazione di ogni oggetto meno necessaria.

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